Prada cambia alleanze in banca. Unicredito e Intesa, insieme a Centrobanca e Popolare di Lodi, sono i quattro istituti di credito cui d'ora in avanti farà riferimento il polo del lusso guidato da Patrizio Bertelli. Accanto a essi potrebbe, a breve, figurare anche il Monte dei Paschi. Il primo segno tangibile di questa nuova alleanza è il «trasferimento» alle quattro banche (cinque nell'ipotesi che trovi conferma la partecipazione di Mps) del bond da 700 milioni emesso il 21 dicembre 2001 dalla Itmd, holding di famiglia cui fa capo il 100% di Prada, e sottoscritto da Deutsche Bank, Intesa, Centrobanca, Barclays e Bnp Paribas.
L'emissione con scadenza 20 giugno 2005 è stata infatti rinegoziata, nuovo spread, diversa quota in pegno alle banche e nuovi covenants, anche grazie all'assistenza di Lazard, consulente della griffe dall'aprile 2002. L'operazione è resa più agevole dal miglioramento della gestione industriale di Prada, che per fine 2003 prevede ricavi per circa 1,250 miliardi, un mol di 200 milioni e un utile netto superiore a 50 milioni. La posizione finanziaria netta della holding, sempre a fine dicembre, si attesterà intorno a 650 milioni (contro il miliardo d'inizio anno). Un livello che però potrebbe risultare ulteriormente ridotto qualora il previsto spin-off immobiliare prendesse forma entro dicembre.
A questo punto non è difficile credere alle promesse di Bertelli sui tempi del collocamento in Borsa che, presumibilmente, avverrà a cavallo della primavera-estate del 2004. Ma non si tratterà, come nel primo tentativo, di una quotazione dettata dalla necessità di riequilibrare i conti, bensì di un'opportunità da cogliere per accelerare la crescita e lo sviluppo dell'azienda.
Estratto da Finanza&Mercati del 14/11/03 a cura di Pambianconews