Come accade per molti imprenditori di prima generazione che hanno costruito dal nulla un ragguardevole impero (ieri ne hanno ceduto un piccolo pezzo: la quota in Cfi, venduta al socio Del Vecchio), anche i Benetton sono sempre in bilico tra la sindrome del passo indietro, per cui è cosa buona e giusta delegare ai manager, e l'indomito spirito accentratore. Dunque i manager devono trovare la giusta collocazione, distanti abbastanza da evitare di farsi metabolizzare dai riti della dinastia e la dialettica delle sue varie componenti, vicini abbastanza da evitare il sospetto di remare contro. Impresa tutt'altro che facile. Ci riuscì Aldo Palmeri, per ben due volte amministratore delegato di Benetton Group. Ci riesce Gianni Mion, che guida Edizione, la holding di famiglia, da oltre quindici anni, e che pure, veneto come i suoi azionisti, è uno tutt'altro che acquiescente.
Ma alla fine, al centro della scena, e nonostante tutta la buona volontà di delegare e starsene in disparte, ci ritornano sempre i quattro fratelli. Sui loro rapporti si sono sprecate analisi e insinuazioni, specie da quando una ideale divisione dei ruoli attribuisce a Gilberto la responsabilità della diversificazione lasciando a Luciano l'attività tradizionale: vanno d'accordo, litigano, si amano, si detestano, si sopportano. In realtà, è una simbiosi in cui ciascuno deve qualcosa all'altro.
Così, invece che fischiare la fine della ricreazione, i Benetton devono fare buon viso alla ridicola decisione di affidare a un cacciatore di teste la ricerca del nuovo presidente. O come l'altra partita locale, quella sul Gazzettino, dove stentano a imporsi su una compagine tanto variegata quanto litigiosa. Insomma, c'è tutta una serie di situazioni in cui, se non si trova il bandolo, si rischia l'incaglio. Ma il bandolo, per il momento, non si riesce ad afferrare. E allora resta il disagio di fondo, la sensazione dell'assedio, e la voglia di chiudersi ancor più in se stessi. Mentre sui cieli di Ponzano aleggia oppressiva la domanda: come mai, quando tutto sembrava in discesa, la strada si è di colpo maledettamente complicata?
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Estratto da Il Giornale del 11/11/03 a cura di Pambianconews