«Come andrà l'anno prossimo? Bene, senz'altro meglio degli ultimi». Mario Boselli, presidente della Camera della moda, fa una battuta. Ma dati e previsioni concordano: dopo due anni difficili e un 2003 che chiuderà ancora con un risultato negativo, il sistema Moda dovrebbe riprendere a crescere nel 2004 e soprattutto l'anno successivo, a patto che alcuni problemi strutturali vengano affrontati e possibilmente risolti. Tra i fattori di crisi, anche la penalizzazione dell'export dato dall'euro forte, e il ritardo con cui cambiano le strategie delle imprese. Il segmento Moda-beni di consumo chiude il 2003 con un 1,8% di calo della produzione, secondo i dati del centro studi di Banca Intesa, promotore insieme a Pambianco Strategie di Impresa del convegno sul sistema moda che si è tenuto ieri a Milano. Nel 2004 tornerà a un marginale più 0,3% di crescita e nel 2005 a più 1,3%, grazie al recupero della domanda dei paesi ad alto reddito che anche per l'anno prossimo sarà carente.
Il problema maggiore viene dalle esportazioni, che tenderanno a calare, mentre la domanda interna dovrebbe rimanere stabile, ma solo grazie ad un aumento della propensione alle spese. A fine anno il saldo della bilancia commerciale italiana rimarrà positivo, ma pari a 23 miliardi di euro rispetto ai 28 miliardi del 2002. I settori che più risentono del calo della domanda sono l'oreficeria, la lana, pellami e concia.
Quanto alle aziende, lo sfondo è quello di un cambio netto delle regole del gioco, ha aggiunto Carlo Pambianco. «Fino al 2000 la crescita dei gruppi del lusso ha fatto leva soprattutto sulla forza del loro marchio, dice, ma la crisi ha fatto emergere nuovi protagonisti». I principali, ricorda, sono le grandi catene di pronto moda estere (Zara, H&M, entrambe approdate anche al centro di Milano), gruppi che puntano sull'efficienza (Max Mara, Miroglio, Conbipel) e aziende pronto moda come Terranova, Liu-Jo, L'Altra Moda.
«Operatori, dice Pambianco, che hanno fatto della velocità di adattamento al mercato e del prezzo il loro punto di forza». «In futuro, riprende Pambianco, è prevedibile si arrivi ad una sempre crescente polarizzazione, in cui la fascia media verrà sostanzialmente schiacciata. E la politica dei prezzi bassi delle grandi catene distributive comprimerà i margini del settore del lusso».
Estratto da L'Unità del 7/11/03 a cura di Pambianconews