L'ultimo studio della Fondazione Nordest, datato luglio 2003, aveva sancito che il modello piccole e medie imprese tutto casa e famiglia del Triveneto è finito. Marina Salamon, fondatrice e proprietaria del gruppo Altana, 700 mila capi per bambino prodotti negli ultimi 12 mesi e distribuiti in 1300 boutique plurimarca in mezza Europa, non ha aspettato la sentenza del centro studi. Qualche avvisaglia che si doveva cambiare le sarà arrivata anche dalla Doxa, la maggiore società di sondaggi in Italia controllata dalla sua famiglia. Di mezzo c'è poi un'intuizione, valico che qualsiasi imprenditore, spesso poi di successo, deve superare se vuole rischiare e incassare il rischio. Sta di fatto che, con anno di anticipo sul verdetto dai toni inappellabili del centro studi veneziano, l'Altana è stata rivoltata come uri calzino. La sua natura di impresa familiare-infragenerazionale, comune a gran parte del capitalismo italiano, è stata cancellata. Non che in casa mancasse qualcuno pronto a raccogliere il testimone. Anzi, i figli sono cinque.
«Durante una riunione, racconta Salamon, la direttrice commerciale a un certo punto ha cominciato a fare critiche molto puntali su tutta l'azienda. E io ho avuto un'intuizione: faccio un passo indietro, esco dalla mia tana, lascio l'incarico di amministratore unico». Una poltrona ricoperta 24 ore al giorno, come sempre avviene nelle piccole e medie industrie dove l'acquisto dell'attaccapanni come l'apertura delle linee di credito con le banche è gestito in prima persona dal titolare. Tocca a Barbara Donadon, la direttrice commerciale, autrice delle critiche e in azienda già da 12 anni, prendere le redini del gruppo.
Promossa direttore generale Barbara Donadon ha dato una sterzata netta all'azienda. Ha completato le pedine mancanti nella squadra dei dirigenti, ha messo mano alla logistica, ha creato una forte responsabilizzazione interna, ha accorciato i tempi di produzione, consegna e rinnovo del prodotto. Le strategie ora sono molto chiare, mirate: pochi prodotti alla volta, rinnovi frequenti, molto marketing e altrettanta incisiva comunicazione anche attraverso programmi televisivi di un certo successo come «Gli amici di Maria de Filippi» sulle reti Mediaset. Ecco che sono nate tre nuove linee, i prodotti in licenza (Superga, Moncler e Henry Cottons) sono cresciuti. Fatta e vinta la rivoluzione, Marina Salamon che fa? «Oggi gestisco la Holding, le partecipazioni, la finanza di gruppo che è più complessa di una volta e mi dedico al non profit per venti ore alla settimana». E poi ci sono cinque figli «liberi, molto liberi soprattutto di costruirsi qualcosa in proprio».
Estratto da La Strampa – TuttoSoldi del 3/11/03 a cura di Pambianconews