Si aggrava la situazione di Giacomelli Sport Group, che al 30 settembre ha registrato una perdita di 267,7 milioni, in crescita del 12,30% rispetto al rosso di 238,4 milioni del primo semestre. Nello stesso periodo, il patrimonio netto risulta negativo per 218,7 milioni, contro i meno 182,2 milioni di tre mesi prima. Ora spetterà ai soci, che si riuniranno in assemblea straordinaria il 3 novembre, ripianare le perdite e ricostituire il capitale sociale. Intanto, se si ritorna al 30 giugno si nota che i debiti verso le banche sono scesi di 38,4 milioni rispetto alla fine dello scorso anno, attestandosi a 96,9 milioni in seguito ai rimborsi effettuati nel primo semestre.
Ma al 31 dicembre 2002 le banche più esposte erano nell'ordine: Iccrea per 15 milioni, un pool guidato da Cofiri che ha erogato un finanziamento da 9 milioni (scadenza aprile 2006), Mediocredito Centrale per 7,7 milioni, Cr Torino e Cr Venezia rispettivamente per 5 e 4,4 milioni, Interbanca per 3,6 milioni e la Banca Popolare Vicentina per 3,5 milioni. A questi si devono aggiungere Mediocredito Lombardo, la Popolare di Milano e Comindustria (ora Bpu) che su Longoni vantano crediti rispettivamente per 13,1 – 7,3 e 4,9 milioni.
Eppure sul gruppo di abbigliamento sportivo si posano gli occhi di diversi gruppi industriali. Dopo Cisalfa e Bernardi, è la volta di Artemisia, la Newco costituita da investitori italiani ed esteri che ha depositato al Tribunale di Rimini un'offerta per il risanamento del gruppo. E tra i partner finanziari c'è anche il francese Patrick Perrin, che da anni vive proprio a Rimini. Nella cordata promossa da Perrin ci sarebbero alcuni imprenditori tessili e non il principe arabo Hani Yamani.
Estratto da Finanza&Mercati del 30/10/03 a cura di Pambianconews