I magistrati del tribunale di Rimini si avviano a deliberare lo stato d'insolvenza per il Giacomelli group, che aprirà la strada all'amministrazione straordinaria. E, contemporaneamente, i vertici della Cisalfa hanno presentato una offerta per rilevare un numero massimo di 80 negozi della catena commerciale, cioè quasi tutti quelli aperti sul mercato italiano. L'offerta risulta intorno a 13 milioni di euro, ma è condizionata. La validità ha come termine il 15 novembre perché la situazione del gruppo viene considerata drammatica e, oltre quella data, le speranze di rilancio vengono considerate inesistenti. L'offerta è stata presentata ieri soltanto da Cisalfa mentre (per il momento) si sono defilati la famiglia Longoni e il gruppo Tacchini, che ritengono l'operazione troppo rischiosa.
L'offerta di Cisalfa, che ha chiuso il 2002 con un giro d'affari consolidato intorno a 310 milioni di euro, ha come presupposto che per una società commerciale come Giacomelli un periodo lungo di crisi rischia di rivelarsi mortale. Anche perché parte dei punti vendita risultano in affitto presso centri commerciali e i contratti sono rescindibili in caso di procedura concorsuale. Inoltre, in mancanza di merce adatta, per quantità e gamma di prodotto, nei prossimi mesi i negozi del gruppo avranno fatturati molto bassi rischiando di perdere i rapporti con buona parte della clientela e i dipendenti più qualificati. Basta considerare che attualmente il giro d'affari dei negozi principali è intorno al 20% di quello precedente alla crisi e la campagna di Natale si prospetta disastrosa perché i fornitori hanno bloccato le consegne dei prodotti.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 9/10/03 a cura di Pambianconews