I produttori italiani del lusso stanno ancora soffrendo a causa del rallentamento globale dell'economia. L'anno scorso, le esportazioni di prodotti di pelletteria sono scese del 9.8 per cento, quelle di gioielli sono calate del 7 per cento e le vendite di calzature all'estero si sono attestate a -6.2 per cento rispetto all'anno precedente. Meno influenzati sono stati gli occhiali, che sono aumentati del 2.2 per cento e l'abbigliamento, che ha perso l'1.4 per cento della sua quota dell'export. La società di consulenza milanese Pambianco Strategie di Impresa in un report ha stilato le cause e le fluttuazioni di valuta che hanno colpito due dei mercati di esportazione più importanti per i prodotti di lusso.
Secondo Pambianco, il calo nelle esportazioni verso Stati Uniti e il Giappone e il conseguente declino nei volumi delle vendite, può essere attribuito alla crisi economica ma anche alla svalutazione del dollaro e dello Yen nei confronti dell'euro. La resistenza continua dell'euro, in particolare rispetto alla valuta cinese, sta aggravando i problemi per gli esportatori dell'Italia. Circa il 60 per cento delle importazioni dalla Cina in Italia provengono dai gruppi multinazionali, comprese aziende italiane che hanno delocalizzato la produzione. Inoltre i produttori cinesi stanno eliminando il divario di qualità dei prodotti.
Carlo Pambianco, presidente della società di consulenza, ha sottolineato che anche senza pratiche commerciali ingiuste, la Cina si sarebbe trasformata in una minaccia per le piccole-medie imprese italiane, in particolare per quelle che producono per la fascia più bassa del mercato. D'altra parte però la Cina potrebbe essere un paese ricco di opportunità, conclude Pambianco.
Estratto da International Herald Tribune del 6/10/03 a cura di Pambianconews