L'Italia resiste sul podio di New York. Tra i fornitori di arredo e moda del mercato americano, il made in Italy si assicura il terzo posto. Perde quota ma non posizioni. è italiano il 6,4% degli acquisti fatti all'estero dagli americani nei settori più legati al design e allo stile: è meno dell'anno scorso (7,1 %) ma sembra un buon risultato in un momento difficile per l'economia americana e per la moda italiana.
I dati elaborati dall'Ice di New York si fermano al primo trimestre di quest'anno, ma sono gli ultimi disponibili per fare un confronto tra tutti i fornitori del mercato Usa. E l'Italia è penalizzata dall'euro, particolarmente forte all'inizio dell'anno, che ha scoraggiato gli acquisti dall'altra parte dell'Atlantico. La solita Cina ne ha approfittato per allungare il passo: ormai il 27% delle importazioni di moda, prodotti per la casa e l'arredo arriva dalle fabbriche cinesi. In due anni la loro quota è salita di cinque punti percentuali e avanzata a tal punto che sul mercato americano ha perso terreno perfino il Messico.
Quest'anno tutti i Paesi hanno perso un pezzo della loro fetta di mercato: oltre alla Cina, soltanto il Vietnam ha fatto un passo avanti. A guardare le statistiche la crescita della presenza vietnamita sul mercato americano della moda è aumentata addirittura del 746% in un anno. Nel 2001 le importazioni da Pyongyang erano praticamente nulle, oggi valgono oltre il 2% del totale. L'Italia è più forte nella casa-arredo, con una quota dell'8,7%, che nella moda (5,7%), anche se il primo è il settore più penalizzato dalla frenata delle importazioni. Merito soprattutto di marmi e graniti, mobili e delle ceramiche: nonostante la concorrenza cinese, metà delle piastrelle acquistate all'estero dagli Stati Uniti è italiana. Nella moda, il grosso è fatto dall'abbigliamento, che però si perde nel gigantesco mercato americano, con una quota di appena il 2,6% delle importazioni. Più forti le calzature (8,2%), che sono tra i pochi prodotti in recupero, insieme all'occhialeria (28,3%).
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Estratto da Il Sole 24 Ore del 30/09/03 a cura di Pambianconews