La gran parte dei protagonisti del settore fa molto per apparire, loro conservano una discrezione più da banchieri che da industriali e appaiono quasi solo con sponsorizzazioni culturali e sportive, con la vela in buona posizione. I principali concorrenti sono quotati in Borsa, loro stanno lontani dai listini e quasi non forniscono cifre. Altri grandi gruppi hanno fatto incetta di marchi, loro ne hanno uno, molto famoso, affiancato da un altro. Due in tutto.
Loro sono quelli della Rolex, un nome che nel settore degli orologi è una bandiera, dietro la quale c'è la fama ma anche un campo di voluto riserbo. Una realtà industriale di rilievo, che ama però andare contro corrente rispetto a molte regole attuali del gioco.
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Anche nella diversificazione geografica delle vendite il gruppo cerca una sorta di equilibrio. Un terzo della distribuzione va all'Europa, con l'Italia in buona evidenza; un terzo all'Asia, mercato cresciuto negli ultimi anni; un terzo all'America del Nord, con un ruolo chiave negli Stati Uniti. Rolex SA è l'unità di produzione. Rolex Holding controlla al 100% 24 filiali nel mondo per la distribuzione. L'80% del giro d'affari viene dalle filiali, il 20% da clienti diretti. Per un gruppo così congegnato, è quasi superfluo aggiungere che la strategia di sviluppo si basa in sostanza su una crescita per linee interne, con un ruolo laterale riservato alle acquisizioni. Negli ultimi anni vi è stata una campagna acquisti, che ha toccato però solo produttori di componenti: Gay Frères per i cinturini, Beyeler per i quadranti, Boninchi per le corone, Virex e Joli Poli per le casse.
Il dinosauro ha il passo lento e sicuro e anche in questo caso predilige la via solitaria. In casa Rolex non si parla di quotazione in Borsa, di nuovi soci, di grandi acquisizioni. Si parla di concentrazione dei siti, qualità della produzione, investimenti autofinanziati, di crescita interna. Si parla di risultati che premiano questa linea, di vendite che hanno resistito meglio di quelle di altri gruppi del settore al rallentamento delle economie e alla Sars. Per il dinosauro del lusso la sfida, interessante ma non facile, è continuare ad avere successo in un mercato popolato da altri animali, da altri tipi di imprese. Per alcuni esperti del settore la via solitaria potrà in futuro essere un problema serio per il gruppo ginevrino.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 18/09/03 a cura di Pambianconews