Dallo scorso aprile Aldo Livolsi è presidente di Finpart, la holding della moda che controlla Cerruti, Pepper e Frette. Un altro impegno non facile (dopo Cirio) per questo consulente, visto che la società, cresciuta in fretta a furia di acquisizioni nei tempi «d'oro» del settore, da tempo attraversa una forte crisi finanziaria dovuta, soprattutto, a un bond di 200 milioni, sottoscritto per comprare Cerruti e che dovrà essere rimborsato tra meno di un anno. Per la prima volta Livolsi rilascia un'intervista su Finpart.
Chi sottoscriverà l'aumento appena annunciato?
«L'azionista storico e persone a lui vicine. Sarà un aumento superiore ai 70 milioni, per i quali abbiamo già un impegno a fermo da parte di alcuni azionisti; inoltre, ci sarà un consorzio di banche che potrebbe in parte garantire l'inoptato».
Quale sarà l'ammontare totale?
«Tra i 100 e i 120 milioni».
Ma i revisori non hanno certificato il bilancio 2002.
«Com'è noto i revisori non hanno dato la certificazione perché hanno messo in dubbio la capacità dell'azienda di operare a causa della tranche del bond che è scaduto a luglio 2003, oggi rimborsato, e soprattutto del bond da 200 milioni che scade a luglio 2004».
E quindi?
«O otteniamo la certificazione, e stiamo dimostrando che 70 milioni di aumento di capitale più altre operazioni che abbiamo in corso sono sufficienti a garantire il bond; oppure, facciamo un'assemblea. Stiamo studiando le technicalities».
La semestrale evidenzia 10 milioni di euro di perdite in più dell'anno precedente…
«No, siamo più o meno in linea con il 2002. Allora c'erano state partite straordinarie, come la rinegoziazione della licenza con Unilever per i profumi Cerruti… Abbiamo una Pepper che va bene. Poi, una Cerruti che conteneva una serie di problemi che drenavano profitti e liquidità, come Maska e le calzature. Maska l'abbiamo venduta e a giorni concluderemo la cessione delle calzature. Quanto a Cerruti, il nostro obiettivo è avere un partner industriale, un partner della moda».
E la cessione di Pepper?
«Abbiamo una trattativa con il fondo L Capital (gruppo Lvmh, ndr), il quale, a sua volta, ha dietro di sé un imprenditore industriale».
Parla di Burani? «Questo non lo so».
Estratto da CorrierEconomia del 29/09/03 a cura di Pambianconews