Il private equity, le operazioni di investimento effettuate in imprese ad alto potenziale di crescita da parte di operatori specializzati, ha un ruolo sempre più importante nei settori moda e lusso. Come emerge da uno studio di Pambianco Merger & Acquisition il trend dal #98 a oggi è in crescita, anche se fanno eccezione il 2002 e i primi sei mesi del 2003. Dalla ricerca si rileva inoltre che, negli ultimi cinque anni e mezzo, le società del comparto fashion-luxury sono state coinvolte da un numero di operazioni di private equity pari appena all'11% del numero totale di fusioni e acquisizioni (751), realizzate nel periodo preso a campione.
Le istituzioni finanziarie che operano nel private equity (prevalentemente società di venture capital, merchant bank, fondi chiusi e operatori pubblici), per lo più estere (il 63% del totale), sono state attratte principalmente dal settore abbigliamento (20 operazioni su un totale di 83), dalla distribuzione (12 operazioni) e dalle calzature (9 operazioni). In Italia gli operatori più attivi sono stati Hopa (Locman, Minerva, Pineider, Le Tricot, Tibaldi) e Opera (Bruno Magli, Itama, Sector Group, B&B, Unopiù) entrambi con cinque operazioni, seguiti da Fineco Capital (Jean Klebert, Coccinelle, Piquadro) ed Equinox (Church's, Jimmy Choo, Intercos) con tre operazioni ciascuno.
Tra i player esteri si sono messi in evidenza 3i con sei operazioni, Cvc Capital Partners, Pegasus e Ubs Capital con quattro operazioni ognuno e Berkshire Hathaway, che fa capo al miliardario americano Warren Buffet, con tre operazioni.
Quanto al futuro di questa attività, che spesso prelude alla quotazione in Borsa, i ricercatori di Pambianco hanno stimato nei prossimi anni una buona crescita dei fondi di private equity.
Estratto da Fashionmagazine.it del 24/09/03 a cura di Pambianconews