«Volevano farmi lavorare in banca, ma non era la mia strada». Un po' per testardaggine, un po' per intuizione: così Lino Dainese fonda nel 1972 quella che è oggi la prima azienda italiana di abbigliamento per motociclisti, tra le leader nel mondo. La Dainese, 310 addetti e un fatturato consolidato di 101 milioni di euro, sta provando a dribblare le difficoltà dell'industria delle due ruote con diversificazione e innovazione.
«Sono 40 le persone che lavorano all'attività di ricerca e sviluppo, dice Dainese, e i risultati raggiunti negli ultimi anni ci hanno convinto a tentare una progressiva diversificazione verso altri sport. Oggi le caratteristiche dei nuovi materiali, alcuni importati dalla tecnologia aerospaziale, ci consentono di proporre linee di abbigliamento e accessori anche per altri sport #'dinamici'', dallo sci e il ciclismo all'equitazione e agli sport d'acqua fino a quelli estremi».
Una strategia decisiva in momenti di appannamento del mercato motociclistico. «Il calo del mercato delle moto ha avuto riflessi negativi sul mercato dell'abbigliamento specializzato (in Italia vale circa 250 milioni �) soprattutto nel 2000 e nel 2001. La scorsa estate però ha offerto segnali di recupero che ci fanno prevedere di chiudere l'anno sui livelli del 2002 e di mettere a segno una crescita nell'ordine del 6% il prossimo anno». Il fatturato consolidato di Dainese nel 2002 ha sfiorato 100,7 milioni di euro, di cui 81 nel settore moto (abbigliamento più caschi).
L'altra strada di crescita potrebbe essere l'allargamento al fashion, con un abbigliamento meno tecnico ma più vicino alle tendenze della moda. «Per ora in realtà preferiamo concentrarci sul concetto di sicurezza», dice Dainese, che non esclude invece accordi di comarketing con nuove case motociclistiche (Harley-Davidson e Aprilia ad esempio) dopo quello con la Ducati.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 23/09/03 a cura di Pambianconews