Ricavi piatti o in calo e margini in netto miglioramento: le semestrali delle società del fashion hanno consegnato un quadro chiaro sulle difficoltà del mercato e sugli sforzi di creare valore attraverso il taglio dei costi. Tuttavia i segnali di ripresa economica negli Usa e in Giappone e il leggero recupero del dollaro hanno indotto gli analisti a un re-rating dei settori del fashion e del lusso, in cui operano soprattutto società europee.
«In realtà, osserva Mauro Vicini, responsabile dell'ufficio studi di Websim, si è sbagliato quando si prevedeva un tracollo delle vendite. Invece, alla fine, si è trattato di un moderato rallentamento dei consumi connesso alla stagnazione economica».
La conferma definitiva sulla ripresa della domanda potrebbe arrivare soltanto nel primo semestre del 2004, anche se non esclude del tutto che il prossimo inverno, con l'acutizzarsi delle malattie respiratorie, possa risvegliarsi la Sars in Asia. In questo caso gli effetti
sarebbero negativi per tutti, ma in particolare per Vuitton (54% di esposizione sull'Asia), Richemont (39) Bulgari (36) e Lvmh (35). Viceversa se non accadesse nulla, la ripartenza dell'economia giapponese potrebbe giovare di più a Vuitton (36%a di esposizione), Gucci division (27), Bulgari (21,3%) e Prada (14). Senza contare gli effetti positivi indotti dalla spinta dei flussi turistici dei giapponesi (acquistano il 25% dei beni di lusso), che oggi, sebbene in ripresa, sono ancora attestati sotto i livelli del 2001.
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Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/09/03 a cura di Pambianconews