Dopo la grande pulizia di bilancio, Prada ha pressochè definito anche l'ultimo passo del piano di razionalizzazione, ovvero la rinegoziazione delle condizioni per il finanziamento sottostante al bond convertibile da 700 milioni emesso nel dicembre 2001 da Deutsche Bank con scadenza dicembre 2004. Si tratta di quel prestito che dovrebbe favorire lo sbarco di Prada in Piazza Affari entro la fine del prossimo anno.
Il bond fu lanciato con l'assistenza di Banca Intesa, Centrobanca, Bnp Paribas, Barclays e Deutsche Bank. In particolare, l'istituto tedesco si era fatto garante dell'intera emisione che, in virtù di ciò, aveva ricevuto un giudizio AA da Standard & Poor's, lo stesso rating della banca di Francoforte. L'emissione «Deutsche Bank for Prada» somiglia un po' alle tradizionali serie speciali di Mediobanca e garantisce infatti una cedola dell'1,5% (rendimento pari a quello di un qualunque bond Deutsche Bank) più un premio dello 0,25% annuo alla scadenza.
Ora che l'andamento dei conti Prada è notevolmente migliorato, non sarà difficile per le cinque banche creditrici accettare le nuove condizioni del prestito: condizioni che sarebbero già state di fatto accolte. Negli ultimi mesi la maison milanese ha fatto passi da gigante sia sul lato delle dismissioni sia su quello del potenziamento della struttura. Per prima cosa la società ha rimborsato l'ultimo bond da 129 milioni che aveva con Banca Imi. Dopo aver ceduto il 45% di Church (ricavando una somma prossima a 45 milioni) e l'80% del suo patrimonio immobiliare (89 milioni), Prada ha infatti stretto i rapporti con la stilista Jill Sander, ha siglato una joint venture con Puig per i cosmetici e ha sciolto il contratto con De Rigo affidandosi alla Luxottica di Leonardo Del Vecchio per la produzione degli occhiali dei propri marchi.
Estratto da Finanza&Mercati del 4/09/03 a cura di Pambianconews