Lene Thun racconta nascita e sviluppi della società che produce i celebri angeli di terracotta e oggi è guidata dal figlio Peter.
E' datato 1978 un gesto difficilmente riscontrabile in campo imprenditoriale: Lene e Otmar Thun divisero fra i due figli tutto quanto era in loro possesso («è stupido non farlo subito, i giovani devono essere responsabilizzati») e in pratica si trovarono, da un giorno all'altro, da imprenditori a dipendenti a busta paga. Una strategia premiante, anche perché l'esperienza dei fondatori era li a portata di mano, pronta a supportare le incertezze legate ai primi passi della nuova generazione.Sta di fatto che in quel periodo, visto che il giro d'affari continuava a salire, si dovette provvedere a ulteriori ampliamenti aziendali, per poi cercare un'altra sede. E Peter la trovò nella zona industriale di Bolzano, dove sarebbe stato costruito, a cavallo fra il 1991 e il 1992, il quartier generale, forte di 18mila metri quadrati coperti, «la cui struttura esterna è stata progettata da mio figlio Matteo e quella interna da mia nuora Itta, moglie di Peter».
Qualche anno dopo, siamo nel 1994, la Thun allunga l'occhio sulla Cina e iniziano le prime produzione locali dalle parti di Hong Kong, mentre l'anno successivo l'azienda cambia #'logo'': da Ceramica Thun in Thun Spa. è invece datata 1996 l'inaugurazione del nuovo centro logistico di Rivoli Veronese per il settore regalo-tavola, forte di 25mila metri quadrati a disposizione. Altri tre anni e le produzioni cinesi sarebbero state spostate a Fegnan, 150 chilometri da Pechino, dove nello stabilimento della Tangshan Ali Ceramics (di proprietà al 100% della Thun International, holding di diritto olandese nata per l'occasione) lavorano su 36mila metri quadrati coperti quasi 1.500 dipendenti, contro i 165 operativi a Bolzano.
Il tutto a fronte di un export del 25% distribuito su tre soli Paesi (Svizzera, Austria, Germania) e una crescita che continua a strabiliare: non a caso si è passati dai 61 milioni di euro del 2000 ai 96 previsti per quest'anno, a fronte di un 10% di investimenti in comunicazione. «Ed è in Cina, precisa Peter Thun, che viene prodotta la piccola ceramica (tre milioni e 600mila articoli da regalo e un milione e 350mila tazzine da caffè all'anno), mentre le piastrelle per costruire le stufe, il cui costo medio è sugli ottomila euro, restano cosa nostra».
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Estratto da Il Sole 24 Ore del 1/09/03 a cura di Pambianconews