Il quadro congiunturale del settore serico non è certo esaltante, complici la guerra in Irak, la Sars, la scarsa fiducia dei consumatori, la crisi del lusso. Però il 24� Congresso dell'Associazione Internazionale della Seta (Ais) si è concluso alla fine della scorsa settimana con molta fiducia nel futuro e con importanti risultati concreti. La presenza di 189 rappresentanti di 23 Paesi (sui 40 che aderiscono all'Ais) è già un segnale positivo. Le cifre dei consumi di materia prima però non invitano all'ottimismo, nelle statistiche Desco. Il 2002 avrebbe infatti visto una flessione del 3,4% nel mondo, del 26,5% in Europa occidentale, addirittura del 29,1% in Italia (in grafico). Ma molto dipende da una disfunzione della raccolta dati. «In Italia i consumi non sono brillantissimi, nota Michele Canepa, presidente Ais, ma la flessione si può calcolare intorno al 5-7%».
Un fronte comune, che farà capo al Sistema Moda Italia, per le strategie di marketing, di copyright, di rapporti con Paesi terzi. Un altro successo ha coronato la chiusura dei lavori di Como. La Stazione sperimentale per la seta, il noto centro di ricerche italiano, ha ottenuto il via libera e i finanziamenti della Ue per due progetti: il primo riguarda l'uso degli enzimi al posto dei prodotti chimici per la preparazione del filato o del tessuto.
D'altra parte la ricerca di qualità è l'imperativo per l'industria serica italiana, come per quella della Cina, che rappresenta oltre il 70% della produzione mondiale di seta greggia. Non a caso il Congresso è stato inaugurato da Lucio Stanca, ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, il quale ha ricordato che «il filo di seta, che lega da 47 secoli Occidente e Oriente, troverà nell'innovazione una nuova fonte di valore e di collaborazione».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 23/07/03 a cura di Pambianconews