Per chiarire la posizione ufficiale di Sistema Moda Italia relativa alle regole d'origine, la presidenza dell'Associazione di rappresentanza della filiera moda e tessile-abbigliamento italiana ritiene opportuno precisare quanto segue.
A livello europeo, nella riunione del 5 maggio 2003, alla presenza del Commissario al Commercio Pascal Lamy, il Presidente di Smi Vittorio Giulini ha sostenuto l'esigenza di applicare al tessile-abbigliamento europeo le regole d'origine che prevedono il Made in di filiera (confezione, tessuto, filato), cioè la cosiddetta tracciabilità. Tali regole devono contenere l'indicazione dello Stato di provenienza unito, ovviamente, alla dizione Made in Ue da applicarsi secondo il concetto di tracciabilità già in vigore negli Usa.
L'applicazione delle regole d'origine nel tessile-abbigliamento, oggi non obbligatoria, rappresenta nella Ue una novità assoluta. E' fondamentale per una posizione di correttezza e di trasparenza nei confronti del consumatore, oltre che per la difesa della salute e della sicurezza dello stesso.
Il Commissario Lamy, in occasione della riunione dei Ministri del Commercio Estero tenutasi recentemente a Palermo, ha proposto l'obbligatorietà del Made in Ue di filiera nella Comunità, riferendosi specificamente al modello statunitense.
Sistema Moda Italia si è attivata in modo deciso per ottenere l'appoggio di Euratex alla proposta italiana. In questo momento è in corso una procedura tecnica per l'applicazione della norma ed i successivi controlli, mentre la decisione politica di Euratex verrà presa entro settembre.
A livello italiano Sistema Moda Italia segnala con interesse la proposta di legge per un made in Italy di filiera (filato, tessuto, confezione) volontario, accompagnato dalla creazione di un marchio che, adeguatamente promozionato sul consumatore, possa rappresentare l'eccellenza del nostro Paese.
Fondamentale, però, per il successo di tale duplice iniziativa, è l'istituzione di controlli severi in dogana e in distribuzione per l'applicazione delle norme, unita alla distruzione della merce con origine e composizione falsa, oltre a multe di trecento-cinquecentomila euro per i contraffattori, in analogia a quanto già fatto dalla Francia.
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