Mettete assieme gli occhiali di Belluno, gli scarponi di Montebelluna e l'oro di Vicenza. Aggiungete le sedie di Manzano in Friuli e le scarpe della Riviera del Brenta senza dimenticare Arzignano, in provincia di Vicenza dove viene conciata buona parte della pelle made in Italy. Se arricchiamo questa carrellata con due realtà di nicchia come i vetri di Murano e le giostre del Polesine possiamo iniziare ad avere un'idea dell'importanza dei distretti per l'economia del Nordest. Perché non siamo semplicemente di fronte a migliaia di imprese con un fatturato complessivo valutabile nell'ordine dei miliardi di uro. Bensì ad un vero e proprio pilastro dell'industria di questa parte d'Italia.
Insomma, il «peso» dei distretti è superiore alla somma del giro d'affari degli occhiali di Belluno (1,420 miliardi di euro) degli scarponi di Montebelluna (1,542 miliardi) con i ricavi dell'oro di Vicenza (3,6 miliardi).
Tutto bene, dunque? In realtà, spiega Adriano Sartor, imprenditore veneto delle calzature e presidente del Club dei Distretti, oggi i distretti del Nordest si trovano di fronte alla dura prova della competizione internazionale. Un cimento a cui non tutti sono pronti. «La crisi fa affiorare con maggiore rapidità», osserva lo stesso Sartor, «i problemi innescati dalla globalizzazione. Alcuni distretti hanno reagito per tempo in modo positivo raccogliendo il guanto della sfida proveniente dal Far East. Altri, invece, si trovano in difficoltà».
Il caso più interessante di un distretto dinamico che ha affrontato per tempo la competizione è quello di Montebelluna. «Già negli anni #70 e poi in seguito», osserva Sartor, «le aziende di Montebelluna hanno cominciato ad internazionalizzarsi. Questo vuol dire che sono state aperte fabbriche nel l'Europa orientale e soprattutto in Estremo Oriente. Una scelta che ha consentito di mantenere in Veneto il #'cervello'' del distretto in termini di lavoro qualificato e di competenze tecniche e stilistiche. Ma anche di trasformare Montebelluna in un centro mondiale di eccellenza per il settore. Lo conferma il fatto che colossi internazionali come Nike hanno stabilito uno dei loro centri di ricerca (in questo caso si tratta delle calzature per il calcio ndr.) in questa area».
II presidente del Club, però, non si nasconde che anche in Veneto ci sono distretti in difficoltà. Emblematico il caso dell'occhialeria di Belluno. Ecco una zona infatti, che da una parte soffre della mancata internazionalizzazione. E dall'altra della divaricazione fra tre-quattro gruppi di taglia mondiale come Luxottica, Safilo, De Rigo e Marcolin e centinaia di microimprese.
Vedi tabella che segue
Estratto da Affari & Finanza del 21/07/03 a cura di Pambianconews