In queste settimane, forse più ancora che in passato, molti nella moda si chiedono cosa sarà di Versace, la griffe che ha segnato un periodo e che a sei anni dalla scomparsa della sua «mente», Gianni Versace, stenta ancora a ritrovare la strada. Un percorso certo non facilitato da un contesto economico duro come non si ricordava da anni e che vede faticare tutte le società del settore, anche se in misura diversa l'una dall'altra. In attesa di capire quale sarà il ruolo di Leonardo Del Vecchio, appena entrato nel consiglio di amministrazione della casa di moda, i numeri del bilancio 2002, chiuso, come è noto, a livello civilistico con un utile netto di 831.507 euro (6,6 milioni nel 2001) e a livello consolidato con una perdita di 5,8 milioni (7,3 milioni di utile nel 2001), fanno capire diverse cose della società.
Più che la relazione degli amministratori è interessante leggere la relazione dei sindaci. Cosa dicono? In primo luogo, di stare attenti alle spese, promozionali e di viaggio. E, in secondo luogo, mettono sotto attenzione i 25 milioni di euro versati da Luxottica per ottenere l'opzione di rinnovare la licenza degli occhiali per altri dieci anni, scaduto il primo decennio.
I costi per pubblicità, promozione e comunicazione sono stati fortemente ridotti lo scorso anno: da 66,7 a 52 milioni (-22,3%). In particolare, le spese di pubblicità e promozione sono state tagliate del 30% (da 47,1 a 33 milioni), quelle per sfilate del 13,8% (da 9,2 a 8 milioni). Tra gli altri costi servizi viaggi e trasferte restano stabili a 7,8 milioni, così come stabile è il compenso di amministratori e sindaci (6,26 milioni totali).
Nel corso del 2002 la capogruppo, Gianni Versace spa, ha incorporato Modafin, cioè la società che gestiva le boutique in Italia, con lo scopo di razionalizzare la struttura societaria del gruppo.
Vedi tabella che segue
Estratto da CorrierEconomia del 7/07/03 a cura di Pambianconews