La moda spagnola cheap and fast ha già conquistato una buona fetta di mercato italiano: in poco più di due anni i negozi si sono moltiplicati senza sosta. Alla fine di settembre Mango, la seconda catena spagnola di esportazione di abbigliamento femminile aprirà il suo primo store milanese: 725 metri quadrati in via Torino, «uno dei centri nevralgici del commercio» assicura la compagnia, che ammette di non essere del tutto soddisfatta dell'ubicazione. «Abbiamo sempre aspirato a un negozio a Milano, spiega Isak Halfon, direttore del dipartimento di espansione di Mango, ma questa era la nostra seconda opzione: ci piacerebbe aprire anche, in corso Vittorio Emanuele». Prima o poi, assicura, «avremo un punto anche lì». Nel cuore dello shopping milanese, a pochi metri dal megastore che Zara ha inaugurato nel 2001 e dove la catena svedese Hennes & Mauritz sostituirà Elio Fiorucci a partire da settembre.
Mango, con un fatturato di oltre 950 milioni di euro nel 2002 (+13% rispetto al 2001), è stata la prima catena spagnola a sbarcare in Italia. «Oggi abbiamo già otto negozi avviati, mentre altri cinque apriranno a breve» spiega Halfon. Obiettivo per il 2004: 10 nuove inaugurazioni in Italia. Tutte in franchising, la formula scelta da questa compagnia spagnola per «entrare in un mercato difficile», «fino a qualche anno fa totalmente chiuso alle marche straniere». Ma le cose sono cambiate, «il pubblico era stanco di firme solo made in Italy», «voleva qualcosa di diverso: moda urbana a prezzi accessibili a tutti».
Mentre Mango prepara il debutto milanese, Inditex (il gruppo di Zara) continua la sua espansione internazionale. 1 3000 metri quadrati inaugurati il 9 aprile 2001 in Corso Vittorio Emanuele sono stati un successo, conquistando i gusti (e le simpatie) delle italiane. Anche in questo caso la moda rapida inventata da Amancio Ortega, fondatore di Inditex punta a un pubblico ampio, senza escludere le signore più eleganti, affascinate da vetrine e scaffali che si rinnovano quasi tutte le settimane. La ricetta di Zara si basa sulla velocità: in due settimane, la compagnia dell'uomo più ricco della Spagna (con una fortuna valutata da «Forbes» intorno ai 10,3 miliardi di dollari), è in grado di disegnare, produrre e distribuire nuovi capi d'abbigliamento. Si rispettano i gusti della clientela: ciò che più vende, si produce e si riproduce. Al contrario, lo smaltimento dei vestiti che non hanno successo è immediato.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 5/07/03 a cura di Pambianconews