«Tereciye tere satmak»: cos'è, turco? Sì, vuol dire «vendere ghiaccio agli esquimesi» e sintetizza l'impresa compiuta dal turco Sait Akarlilar, presidente della società Erak di Istanbul. Nel caso di Akarlilar l'exploit consiste nell'essere riuscito a vendere jeans all'America, cioè al paese che ha trasformato il tessuto denim di origine genovese in moda e business planetari.
Con il marchio Mavi, creato nel 1999, l'industriale turco si è imposto negli Usa (e in Canada) dove, soltanto l'anno scorso, ha esportato 2 milioni di jeans distribuiti in 1.500 punti vendita dalla East alla West coast. E da pochi mesi ha inaugurato un negozio monomarca di 500 metri quadrati in Union square, vicino alla New York University, a Manhattan.
«Invece di imitare gli altri, abbiamo cercato di fare la differenza puntando sul design e su una vestibilità che si adattasse alle diverse caratteristiche fisiche dei 32 paesi in cui esportiamo» spiega Elif, figlia di Akarlilar e cervello del marketing nel gruppo di famiglia.
La Erak deve l'impennata di modernità e competitività internazionale all'impronta impressa negli ultimi anni dalla seconda generazione: Elif e, con lei, i fratelli Ersin e Seyan, rispettivamente presidente della Mavi America e responsabile della pubblicità. Tanto che, con il suo giro d'affari di 250 milioni di dollari l'anno e i 3.305 dipendenti, è tra le società più importanti della Turchia: la numero 77 dell'economia nazionale, unica impresa di confezioni tra i grandi colossi industriali.
«Entreremo anche in Italia, che per noi è un modello e un mercato molto importante. Prima però vogliamo consolidare la nostra forza sia in Germania che in Gran Bretagna. Dunque, aspettiamo il 2004» dice Sait nel suo studio di Istanbul, dove è affiancato da giovani collaboratori che lo hanno accompagnato nell'ascesa professionale.
La Erak continua anche l'attività di terzista per conto di Rifle, Calvin Klein, Hugo Boss, Exprit. Spiega il direttore di produzione: «I jeans Calvin Klein confezionati da noi vengono poi inviati in Italia e da lì distribuiti sui mercati europei e di tutto il mondo».
Estratto da Panorama del 27/06/03 a cura di Pambianconews