Il prossimo giovedì, il 3 luglio, gli operatori della Borsa e quelli dell'arredamento e del design si incontreranno per discutere delle opportunità che il mercato offre alle aziende che sono tra i simboli del made in Italy. Aziende, però, che dalla Borsa, quando l'hanno provata, spesso si sono dette deluse. Come è successo alla Italdesign delle famiglie Giugiaro e Mantovani, che sulla loro società hanno appena concluso un'Opa (Offerta pubblica di acquisto) per togliere il titolo dal listino. Un delisting, quello deciso e portato a termine dagli azionisti di Italdesign, che ha creato non poco malumore tra i piccoli risparmiatori, che hanno pagato i titoli al collocamento 7 euro e che poi in sede di Opa se ne sono visti offrire 4,4. «Ci dispiace questa figuraccia con i piccoli azionisti, ma fa parte dei rischi di chi investe, dice Giorgetto Giugiaro. Per quanto ci riguarda, abbiamo sostenuto in ogni modo il titolo, almeno il 50% dei movimenti che si sono verificati sono stati opera nostra, ma non siamo riusciti in nessun modo a smuoverlo».
Qual è stato il problema principale con la Borsa per una società come la vostra?
«Purtroppo, abbiamo verificato che c'era l'impegno troppo stressante di dover dare continuamente informazioni agli operatori. Informazioni che spesso una società di servizi, e con lo specifico oggetto dell'automobile come la nostra, non può dare perché i clienti ci affidano compiti che sono sempre segreti».
Le aziende quotate devono comunicare i loro risultati trimestralmente. Lei ha detto che è un limite per aziende come la vostra.
«Dimostra una visione molto limitata. Un lavoro di ingegneria ha una durata di anni, il trimestrale è una misura impegnativa ma non significativa del nostro ciclo del prodotto. E, poi, a volte noi con dei clienti dobbiamo fare qualcosa oggi per avere un beneficio domani. Ma come lo spiego all'analista, gli dico che ho dovuto lavorare a costo zero? La Borsa non privilegia le aziende che nel loro ambito di percorso di lavoro danno risultati economici, in percentuale, come dividendo maggiori delle altre. E quando uno perde un punto percentuale è un dramma. Come se noi fossimo gli unici che progettano per tutte le case del mondo. Ma è impossibile!»
Estratto da CorrierEconomia del 30/06/03 a cura di Pambianconews