E' già azionista di Hopa, la cassaforte di Emilio Gnutti. E anche di Immsi, la holding di Roberto Colaninno. Ma tra poco l'Interbanca guidata da Giorgio Cirla potrebbe scendere in campo anche a fianco della famiglia di Mariella Burani, la stilista che ha quotato il suo gruppo della moda tre anni fa. Secondo fonti vicine alla trattativa, infatti, Interbanca potrebbe acquisire una partecipazione di minoranza «significativa» (si dice attorno al 30%) di Burani Designer Holding, la holding di diritto olandese (oggi al 100% della famiglia) che controlla il 33% di Mariella Burani Fashion Group, la società quotata (un altro 30% è in mano ai singoli membri famiglia della stilista). Si parla di una valutazione complessiva tra gli 80 e i 90 milioni di euro e, dunque, di introito derivante dalla cessione di oltre 20 milioni.
Se l'operazione andrà in porto, con il denaro incassato la holding dei Burani dovrebbe subire una «conversione», trasformandosi in una finanziaria di partecipazioni. Già oggi l'oggetto sociale in realtà è questo, ma a cambiare sarebbe la missione, con l'obiettivo di acquisire aziende medio-piccole del Nordest per portarle in Borsa oppure rivenderle. La «nuova» holding dei Burani, insomma, si muoverebbe d'ora in poi con le modalità del fondo di private equity. Gli investimenti non saranno indirizzati verso aziende del made in Italy, come l'attività attuale dei Burani potrebbe far pensare, quanto verso imprese che insistono su un territorio ben preciso, quel Nordest su cui governa il gruppo Antonveneta (di cui Interbanca è parte) e che è ben conosciuto anche all'emiliana Burani.
E l'azienda della moda? Da tempo sul mercato si dice che la famiglia intenda togliere dal listino la società, che oggi quota attorno a 7 euro, lo stesso prezzo del collocamento avvenuto nel luglio del 2000. E l'ingresso di Interbanca nella holding di controllo potrebbe essere propedeutica a un passaggio di questo genere. L'ipotesi del delisting è stata finora sempre smentita ufficialmente, ma si sa che la famiglia considera i valori espressi dal mercato non adeguati al valore dell'azienda. D'altra parte, lo stesso amministratore delegato di Borsa spa, Massimo Capuano, non molto tempo fa aveva detto esplicitamente che sul mercato «ci sono voci di possibili delisting», senza ovviamente dare indicazioni di nomi, ma nella caccia alla società che era partita subito dopo le sue dichiarazioni, uno dei titoli più gettonati era, appunto, quello di Burani Fashion Group.
Estratto da CorrierEconomia del 30/06/03 a cura di Pambianconews