Sono tutti in viaggio d'affari, destinazione Italia ovviamente. I buyer di abbigliamento per uomo giapponesi si trovano praticamente tutti tra Firenze e Milano: segnale incoraggiante per il made in Italy, sempre che gli acquisti si rivelino consistenti. Ma i consumi della moda anche nel Paese del Sol levante vanno al rallentatore. «Anche noi abbiamo inviato un nostro uomo a Milano» dice Masaru Mutu, manager di Matsuya, uno dei principali grandi magazzini giapponesi. Muto precisa che le vendite di abbigliamento per uomo hanno subito «per il momento un calo del 2% rispetto all'anno scorso», ma è ottimista per sui prodotti italiani.
«è inutile negare, osserva Roberto Pelo, direttore dell'ufficio di Tokyo dell'Ice, che l'effetto guerra in lrak e la Sars hanno avuto effetti negativi sul mercato nipponico, che in più deve scontare un rallentamento evidente dei consumi interni, anche nell'abbigliamento di importazione». Nei primi quattro mesi dell'anno l'import di abbigliamento per uomo in tessuto da parte del Giappone è calato del 7,8%. Quello dall'Italia, in particolare, si è ridotto del 3,1 %. «Cala meno velocemente rispetto agli altri Paesi concorrenti, sottolinea Pelo, ma la tendenza è comunque negativa».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/06/03 a cura di Pambianconews