Il primo giorno a Pitti dà già un'indicazione: gli stranieri ci sono. E gli operatori possono sperare sul prossimo futuro. Anche se le poche chance immediate di crescita sono tutte fuori dall'Italia e dai mercati storici, ossia ad Est.
est Europa ed Estremo Oriente sono infatti le ancore a cui gli imprenditori si aggrappano. Oppure diversificano, firmano altri prodotti per conquistare clienti nuovi. E' il caso di Zegna che diversifica su prodotti ma anche mercati. E li premia il fatto di essere su mercati cosiddetti emergenti da molto tempo: Cina e Russia su tutti.
Corneliani (115 milioni di fatturato 2002, con un utile lordo del 7%) punta sulla Russia ma anche a consolidare la presenza negli States, dove l'azienda mantovana conta di crescere del 10% almeno.
Norsa, a capo della divisone abbigliamento di Marzotto analizza il problema margini, che certamente si ridurranno per tutti, nei paesi dove si lavora con il dollaro. I prezzi dovranno essere curati, per evitare di passare in una fascia superiore. Con Marlboro Cassics (147 milioni nel 2002, 11,7% il risultato operativo), il gruppo punta su Spagna, Est europa, Giappone e Corea. Norsa infatti si dice convinto che si debba accelerare la diversificazione dell'export.
Anche Canali (145 milioni di fatturato 2002) guarda a Cina e Russia, lo dimostrano tutte le nuove aperture di negozi programmate. Così come Hilton-Vestimenta (52 milioni nel 2002) che sta per chiudere un accordo con un distributore cinese per aprire 7-8 negozi monomarca. La sars è un male passeggero a Pitti, anche Inghirami infatti (250 milioni di fatturato 2002) punta su Cina e Russia.
Fanno eccezione e puntano a prodotto e servizo Incotex (35 milioni fatturato 2002) e Mistral titolare del marchio Brooksfield (30 milioni di fatturato). La prima aprirà infatti filiali in Usa e Giappone, mentre la seconda spingerà sull'Europa, paesi mediterranei e nordici in particolare.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20 giugno 2003 a cura di Pambianconews