II prodotto nasce per fatalità, su idea di Claudio Grotto (il nome, Gas, è l'acronicmo di Grotto Abbigliamento Sportivo), che crea un casual a forte base denim. Qualche anno dopo, nel '90, il gruppo di famiglia (gruppo Grotto) decide di concentrarsi solo su questa linea, eliminando le altre. Ai tempi il fatturato era di circa 8 milioni di euro: oggi è di 122 milioni di euro, con un prodotto ben radicato in Italia e parecchi progetti, in Giappone e Turchia in primis.
«Oggi, dice Grotto, chi fa denim puro e semplice viene minacciato dalla concorrenza dei Paesi emergenti: basta acquistare macchine e lavanderie automatiche, e il gioco è fatto. La ricerca vera è un'altra cosa, non è alla portata di tutti». Il segreto, quindi, è ampliare il prodotto, partire da una ricerca forte e trovare indotti in grado di tradurre questa qualità in prezzi sostenibili: Gas produce il 30% in una fabbrica propria, in Romania e il resto in giro per il mondo, con partner sparsi in Cina, Mauritius, Portogallo, Grecia, anche Italia.
Ora, dopo aver testato il mercato con quattro negozi propri in Veneto, il marchio è pronto per l'avventura monobrand: aprirà a Milano, in zona Porta Ticinese, poi si spingerà in Giappone dove al negozio varato qualche tempo fa a Tokio se ne aggiungono altri due: un secondo a Tokio, in un quartiere vicino a Omotesando e l'altro a Osaka. Il secondo Paese dove Gas agisce per incrementare l'export, ora al 35% del fatturato (il 65% è fatto in Italia), è la Turchia, dove il brand ha aperto altri quattro negozi.
Estratto da CorrierEconomia del 2/06/03 a cura di Pambianconews