Come rivela uno studio condotto da Pambianco Strategie di Impresa sui bilanci 2001 di 14 gruppi della moda (oltre 12 miliardi di ricavi complessivi), il 21 per cento del fatturato è ottenuto nel Nord America. Mentre almeno un altro 10 per cento proviene dai mercati del Far East strettamente collegati al biglietto verde. Emblematico il caso del Gruppo Marzotto. O meglio della Hugo Boss controllata dalla stessa Marzotto. Anche perché l'impatto complessivo del biglietto verde sui ricavi dell'abbigliamento di Valdagno è inferiore alla media di settore. Solo il 15 per cento delle vendite di abiti dei marchi del gruppo, infatti, avviene negli Usa.
«Facciamo un esempio», esordisce Carlo Pambianco, «sei mesi fa vendo un abito negli Stati Uniti. E per non correre il rischio di cambio decido di comprare il dollaro a un certo prezzo, quello appunto di sei mesi fa. La #'ricopertura'' concordata con la banca mi permette infatti di essere sicuro che fra la vendita e la consegna non subirò le conseguenze di un eventuale indebolimento del biglietto verde».
Chi si è ricoperto sei mesi fa, osserva ancora Pambianco ha avuto fortuna. Infatti in questo lasso di tempo il dollaro ha perso il 12 per cento. Ma adesso cosa accadrà? «Venerdì 23 maggio l'euro era a circa 1,18 dollari. Ed è sempre a questo prezzo che faccio il mio contratto di ricopertura con la banca. Questo da una parte vuol dire che qualunque cosa accada sono sicuro di quanto pagherò il dollaro. Ma vuol anche dire che la valuta Usa mi costerà comunque il 12% in più di sei mesi fa. A questo punto ho due soluzioni: la prima è di trasferire sul prezzo dell'abito il costo del dollaro rischiando così di ridurre le vendite mentre la seconda è di comprimere almeno in parte i margini. In oogni caso si tratta di scelte dolorose».
Vedi tabella che segue
Estratto da Affari & Finanza del 26/05/03 a cura di Pambianconews