Gucci rischia di diventare una spina nel fianco di Pinault Printemps Redoute, il gruppo di distribuzione del lusso che ne ha preso a caro prezzo il controllo. Lo si è visto anche ieri, all'assemblea generale di Ppr, dove il problema è stato sollevato dagli azionisti di minoranza che, come il mercato, non sono convinti dell'operazione.
L'Adam, battagliera associazione dei piccoli azionisti, ha in particolare chiesto alla direzione il motivo per cui valuta Gucci tra il 25 e il 30% in più del mercato. L'acquisto di Gucci e la creazione del polo lusso è stato difeso a spada tratta dal numero uno Serge Weinberg che ha stimato in 7,1 miliardi il costo dell'operazione (cifra da cui sono stati dedotti gli 1,5 miliardi che si trovano nelle casse della griffe fiorentina).
«Poco, ha detto Weinberg, se si pensa al potenziale di crescita e al premio pagato per il controllo». «Troppo se si pensa che Ppr pesa in Borsa poco più di 8 miliardi», hanno ribattuto gli azionisti.
Estratto da Finanza & Mercati del 23/05/03 a cura di Pambianconews