I consumi stagnano e il settore delle pelli non decolla nel primo trimestre 2003. L'euro forte è un vantaggio per chi acquista materie prime nell'area del dollaro, ma non in Europa e penalizza l'export in tutti i Paesi extra-Ue, dagli Usa alla Cina. Invece è proprio la locomotiva americana il volano da cui gli industriali del settore, riuniti in questi giorni a Bologna per la rassegna Linea Pelle, attendono un segnale di ripresa.
«La congiuntura è riflessiva, afferma Salvatore Mercogliano, amministratore delegato della manifestazione e direttore dell'Unic. Il problema riguarda tutti i settori di utilizzo dei nostri beni intermedi, non ci sono differenze come in passato. è in sofferenza la calzatura, soprattutto quella europea che è un malato cronico, ma anche l'arredamento, che aveva performance moderatamente positive. Soffre la pelletteria, che generalmente va bene e c'è stanchezza nell'abbigliamento. Insomma l'incertezza è indifferenziata».
I fatturati delle aziende, è vero, nel primo trimestre 2003 hanno registrato una crescita rispetto allo stesso periodo 2002. «Però, osserva Mercogliano, c'è un peggioramento rispetto alla fine del 2002. Ecco perché la congiuntura ci lascia insoddisfatti. Per il nostro settore, poi, i danni prodotti dall'euro forte sono superiori ai possibili vantaggi».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 7/05/03 a cura di Pambianconews