Le perdite della controllata tedesca Jil Sander costringeranno Prada a rimettere mano al portafoglio. Il gruppo della moda di Amburgo, infatti, ha chiuso lo scorso esercizio con una perdita netta pari a 26,3 milioni a livello di gruppo, che diventano 30,6 milioni per la società capofila Jil Sander Ag le cui azioni privilegiate sono ancora sul mercato di Francoforte. Un risultato in evidente peggioramento rispetto al 2001 (le perdite per la capogruppo si erano fermate a 1,8 milioni), nonostante il consolidato (138,8 milioni) sia in linea con l'anno precedente.
A incidere sui conti, oltre alla generale frenata del lusso, sono stati gli investimenti nei flagship store di Londra e New York. Per Prada, la perdita della maison tedesca si tradurrà nella seconda iniezione di capitale dopo quella da 20 milioni di euro avvenuta nel 2001. L'importo, prevedibilmente consistente, che uscirà questa volta dalle tasche di Patrizio Bertelli «non è ancora stato determinato, riferiscono da Prada, ma confermiamo l'impegno e un pieno sostegno di Jil Sander fino a che il turnaround non sarà completato».
Sulle prospettive di ritorno in attivo dei conti, peraltro, la società tedesca non si sbilancia «e non prevede significative crescite di utili e ricavi nel 2003». Una situazione che ha favorito le voci, puntualmente smentite, di una possibile cessione del marchio di Amburgo (tra i candidati nei giorni scorsi è emerso anche il nome di Hugo Boss, società del gruppo Marzotto).
Estratto da Finanza & Mercati del 17/04/03 a cura di Pambianconews