Grandi manovre nell'azionariato di Natuzzi, il leader mondiale dei divani in pelle, quotato a Wall Street. Accanto all'omonima famiglia, che detiene il controllo con poco più del 50% del capitale, è salito il fondo d'investimento Tweedy Browne Company, che ha acquistato una quota dell'8,88%. Per Tweedy Browne l'interesse sulla società presieduta da Pasquale Natuzzi non è però una novità: al 31 dicembre 2001 aveva in portafoglio circa 3,4 milioni di Adr (american depositary receipt con lo stesso valore delle azioni quotate sulla Borsa americana). Poi, complice le incertezze dei mercati, aveva ridotto la sua partecipazione, fino a uscirne completamente nel giugno 2002.
Una mossa imitata anche dall'investitore Royce & Associates che ha incrementato la sua posizione al 5,3%. In controtendenza, invece, Lazard Asset Management che è scesa di poco sotto il 5%. Tra i soci di minoranza risultano anche Harris Associates e Atlantic Trust, che al 31 dicembre 2002 avevano il 2,35% e l'1,98% del capitale.
Ma che cosa spinge un fondo d'investimento a inserire in portafoglio titoli di una società non scalabile, visto che le azioni in circolazione sono 54.681.628 e che la famiglia Natuzzi ne possiede 28.864.906? «Le prospettive di crescita del gruppo», spiegano alla Natuzzi, numeri alla mano: Tweedy Browne Company, Royce & Associates e gli altri soci sono tutti fondi value che investono su società capaci di generare valore in due-quattro anni. Inoltre, il p/e di Natuzzi è di 4,62, molto più basso della media dei suoi concorrenti (13,1).
Estratto da Finanza & Mercati del 4/04/03 a cura di Pambianconews