Fatturato più vicino alla soglia dei 600 milioni di euro, redditività in crescita, investimenti confermati nonostante la difficile congiuntura. Ferruccio Ferragamo, amministratore delegato del gruppo di famiglia, spiega perché la griffe fiorentina non si preoccupata se il lusso rallenta in Borsa. Ferragamo è infatti un rappresentante storico delle aziende di settore che hanno scelto di restare alla larga dal listino. E i risultati sembrano dargli ragione, anche nei momenti difficili.
«Nel 2002, spiega Ferruccio Ferragamo, abbiamo realizzato un fatturato di 585 milioni di euro, che a prezzi costanti significa una crescita del 4% sul 2001. Soprattutto, siamo riusciti a migliorare ulteriormente la nostra redditività». Poco importa, quindi, se a valori correnti la crescita è stata negativa (-8%), per effetto di un cambio diventato sfavorevole, e se «i consumi hanno subito un brusco stop negli Stati Uniti, un mercato che per noi vale il 40% circa delle vendite».
«Entro quest'anno, continua il manager, investiremo altri 50 milioni di euro in nuove aperture. Nel 2003 puntiamo ad arrivare a 195 negozi nel mondo controllati direttamente». Passi decisivi saranno i flagship store inaugurati entro luglio in alcuni dei luoghi più prestigiosi dello shopping del lusso: Cannes, Amsterdam e Madrid, e poi la Quinta strada di New York nonché il quartiere Ginza a Tokyo. «Stiamo investendo in Cina, conclude, dove abbiamo già 18 punti vendita che registrano crescite in doppia cifra. Quello cinese diventerà nel giro di pochi anni un mercato di riferimento».
Estratto da Finanza & Mercati del 02/04/03 a cura di Pambianconews