Dopo la felice esperienza del Tarì di Marcianise, che sebbene molto costoso per il mantenimento della struttura e dei servizi specie nelle fasi di crisi dell'economia mondiale, continua a dare soddisfazione agli imprenditori che vi si sono localizzati, alcuni imprenditori hanno deciso di siglare un'alleanza, in Campania, tra moda e gioielli per ampliare i rispettivi mercati e per rafforzare ciascuno la propria immagine.
Tra gli imprenditori che promuovono l'iniziativa del polo della qualità compaiono i nomi di Gianni Carità presidente del Tarì, Guglielmo Aprile, presidente del polo e altri orefici. Poi via via aderiscono Chimento e Fabergè. Per la moda: Kiton, Marinella, Rubinacci, Isaia&Isaia, Tramontano, tutti rappresentanti di quella moda #artigianale' campana, apprezzata in mezzo mondo, e in fase di crescita nonostante un quadro congiunturale del settore molto critico. Ai nomi dei big si aggiungono poi molti altri legati da rapporti di contoterzismo, o spinti dall'interesse di acquistare, uniti in una sola struttura, più visibilità, servizi efficienti, una guida alla internazionalizzazione e alla promozione.
Le adesioni si aggiungono timidamente all'inizio, poi, negli ultimi mesi fioccano. I soci diventano in totale 150, sono per lo più piccole imprese, ma messe insieme fanno numeri di tutto rispetto con un giro d'affari di 500 milioni di euro e 500 dipendenti. Il consorzio (Scan) «Polo della qualità» si appresta a realizzare investimenti per 85 milioni di euro per costruire una struttura di 38mila metri quadrati coperti. Ciascun imprenditore farà un investimento medio di 5 milioni di euro. A regime si prevede che il polo avrà un'occupazione di 700 persone.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 26/03/03 a cura di Pambianconews