Mai così basso l'export di scarpe dal 1980: 324 milioni di paia nel 2002 (picco nell'85 con 434,7 milioni), in calo dell'8,4% sul 2001. Mai così alto l'import di scarpe: 223,2 milioni di paia, record assoluto, con un aumento del 9,9%. Per l'industria calzaturiera italiana il 2002 si riassume in questi due estremi, che sembrano lasciare ben pochi spiragli per il futuro: l'Anci, l'associazione dei produttori, rileva «il manifestarsi di chiusure aziendali che non sembrano essere casi isolati», aggravati dalle «politiche sempre più restrittive del sistema bancario sull'erogazione del credito che certo non aiutano in una congiuntura così difficile».
Insomma, le imprese del settore, prevalentemente di piccole e medie dimensioni ma da sempre votate a un'internazionalizzazione piuttosto spinta, sembrano avere perso la bussola sui mercati internazionali. Secondo i calzaturieri, «l'aumento delle importazioni dal Far East è un fenomeno esteso a tutti i mercati occidentali e la presenza di questi produttori in alcune fiere europee dove si offrono prodotti di #'volume'' rende sempre più temibile e aggressiva l'attività commerciale di questi Paesi».
Naturalmente si sta contraendo progressivamente anche il saldo attivo della bilancia commerciale, pur sempre consistente: la stima per l'intero 2002 è di 4.578 milioni di euro, in calo dell'11 % sull'anno precedente. In termini quantitativi, si tratta di un vero e proprio crollo: -33%, definito «pesantissimo» dall'Anci. Buoni segnali giungono solo dai consumi interni: +2,9% in quantità e +5,2% in valore. Un risultato positivo, nonostante le statistiche abbiano rilevato nel secondo semestre del 2002 una brusca frenata che ha attenuato sensibilmente i promettenti tassi di crescita registrati a inizio anno.
Vedi tabella che segue
Estratto da Il Sole 24 Ore del 20/03/03 a cura di Pambianconews