La famiglia Bulgari avrebbe intenzione di costituire un hedge fund. Quella dei fondi speculativi, del resto, è un moda che possono permettersi solo in pochi. Di certo Nicola Bulgari e gli altri azionisti del gruppo di via Condotti non hanno un know-how nel settore dell'alternative investment, ma hanno sicuramente i mezzi e il nome da spendere con i futuri clienti affluent del fondo. E Bulgari non è neppure nuovo a esperienze di questo tipo: forte del successo riscosso dal fondo Opera (che però ha già investito l'80% delle risorse di cui era dotato), la famiglia di gioiellieri romani vorrebbe ora passare dal private equity agli investimenti alternativi.
I partner nell'avventura? Nicola Bulgari e Francesco Trapani avrebbero allacciato i primi contatti con Giorgio Magnoni, membro del cda di Immsi e fratello di quel Ruggero di Lehman Brothers che condusse la scalata alla Telecom. Per il progetto hedge fung i Bulgari sembrano intenzionati ad appoggiarsi a una struttura già esistente; per questo motivo, grazie ai buoni uffici del giovane Magnoni, si sarebbero rivolti a Michele Calzolari, ex Caboto e attuale numero uno di Bipielle Santander oltre che presidente di Assosim.
La sim nata da una joint venture tra la Popolare di Lodi e il Banco Santander ha già completato la trafila burocratica e ricevuto le autorizzazioni necessarie per partire con una sgr speculativa, coordinata da Francesco Vercesi, collega di Calzolari dai tempi di Caboto: mancano solo i capitali. Che verrebbero messi a disposizione proprio dai gioiellieri che fino a oggi avevano affidato gran parte del patrimonio alle gestioni americane della Morgan Stanley.
Estratto da Finanza & Mercati del 20/03/03 a cura di Pambianconews