La strategia di Swatch Group? « E' semplice: il nostro core business è costituito dagli orologi e nel futuro non ci saranno cambiamenti. Se, poi, sviluppiamo nuove tecnologie che possono essere impiegate anche in altri settori, saremmo stupidi a non approfittarne…». Parola di Nick Hayek in quella che è la sua prima intervista da quando, a gennaio, ha raccolto il testimone dal padre Nicolas alla guida di Swatch Group.
Già, perché Swatch Group non è soltanto il più completo, ricco e potente gruppo svizzero dell'orologeria (4.062 milioni di franchi svizzeri il fatturato 2002, al netto di 166 milioni di perdite valutarie causate dai cambi; un contenuto aumento nell'orologeria e un calo di circa il 10% nell'elettronica), ma opera anche in altri settori in qualche modo affini.
Una delle sue prime mosse, come Ceo di Swatch Group, è stato l'acquisto della Sokimat, un'azienda che produce transponder per automobili. Il futuro di Swatch Group è nella diversif�cazione?
«Assolutamente no, almeno non nel senso usuale del termine. Vede, noi siamo specializzati nella produzione di orologi: è il nostro core business e lo sarà anche nel futuro. Per essere competitivi preferiamo produrre noi stessi i componenti, anche quelli elettronici. Facciamo economia di scala vendendo a terzi i componenti, ma è chiaro che se troviamo altri usi per i nostri prodotti non ci tiriamo indietro. I motori utilizzati negli orologi elettronici vengono forniti anche ad aziende che producono pannelli di controllo per automobili; i sistemi di controllo al quarzo sono utili anche per la realizzazione di pace maker, di telefoni cellulari. Ma, ripeto, tutto nasce e nascerà dall'orologeria. Non abbiamo alcuna intenzione di operare, se non come #'sottoprodotto'' in settori diversi dall'orologeria».
Anche l'orologeria, però, risente della crisi generale.
«Sì, ma per noi è meno grave di quanto non lo sia per altri. Vede, la nostra struttura è tanto grande che ogni tanto qualche analista ci consiglia di vendere qualche marca. Noi, semmai, preferiamo comprare. Perché la nostra strategia, semplice, è quella di essere i primi o cercare di essere i primi in ogni segmento di mercato nel quale operiamo. Siamo primi nel settore di basso prezzo con Swatch, siamo primi nel medio prezzo con Tissot; nel segmento alto Omega compete con Rolex e ancora più su abbiamo marche forti come Breguet. Le altre marche (e la maggior parte consente comunque proventi molto interessanti) ci servono anche per tenerci al riparo da attacchi da parte dei concorrenti».
Estratto da CorrierEconomia del 17/03/03 a cura di Pambianconews