Benetton sarà ritirata dal listino? Alla domanda la società risponde con un «no» secco. Tuttavia il mercato dà credito a quest'ipotesi, tanto che alcuni broker, tra cui Euromobiliare, hanno già elaborato alcune ipotesi sul delisting. Per ricomprarsi il 29,1% del capitale che è in circolazione sul mercato, la famiglia Benetton dovrebbe spendere 320 milioni; a questa cifra andrebbe aggiunto un premio del 30% (che coincide con gli 8,7 euro della quotazione media degli ultimi sei mesi), pari a un esborso totale di 460 milioni.
Come trovare il mezzo miliardo necessario al delisting? Semplice, Benetton ha un patrimonio immobiliare di 700 milioni: l'Opa potrebbe dunque essere finanziata con i proventi di un eventuale spin-off. L'indiscrezione arriva in un momento non troppo felice per la casa di abbigliamento, reduce da una performance borsistica davvero negativa. Le recenti dichiarazioni del management hanno infatti avuto un effetto boomerang sul titolo, ormai giunto su minimi importanti: dopo il profit warning del 7 febbraio scorso sui conti 2002, i vertici Benetton hanno manifestato dubbi sulla crescita dei ricavi del 2003 e soprattutto sui tempi della cessione di Rollerblade (che si è poi conclusa favorevolmente qualche giorno fa).
L'allarme generale ha preceduto la conferma delle dimissioni dell'amministratore delegato Luigi De Puppi, che lascerà l'incarico dopo l'approvazione del bilancio 2002 in calendario il prossimo 28 marzo. Luciano Benetton non ha annunciato il nome del successore «che, secondo il presidente di Ponzano, deve essere mantenuto riservato per le importanti operazioni che sono in cantiere».
Estratto da Finanza & Mercati del 12/03/03 a cura di Pambianconews