Il distretto tessile di Prato archivia un 2002 decisamente opaco, si prepara ad affrontare un altro anno difficile e si mette in moto per ripensare il proprio sviluppo e riorganizzare la filiera produttiva. La necessità di cambiare per continuare a essere competitivi ha fatto da sfondo all'apertura di Prato Expo, la fiera dei tessuti organizzata dal consorzio Pratotrade (fino a domani alla Fortezza da Basso di Firenze) che in questa 49esima edizione ospita 148 espositori e punta ad attirare cinquemila visitatori, anche se ieri tra gli stand regnava una calma preoccupante.
«Abbiamo ancora troppe diseconomie, troppe dispersioni, sovrapposizioni e duplicazioni di costi, ha sottolineato il presidente degli industriali pratesi, Mario Maselli. C'è bisogno di irrobustire le nostre aziende, riequilibrare la capacità produttiva in alcuni comparti oggi sovradimensionati rispetto alla domanda, recuperare quote di mercato anche con produzioni realizzate in parte fuori dal distretto». è questa la sfida che attende Prato nei prossimi anni, destinata a saldarsi con le grandi battaglie portate avanti a livello europeo, dalla reciprocità dei dazi alla lotta al dumping sociale e ambientale, fino alla tracciabilità dei prodotti tessili.
Nel 2002 la produzione del distretto tessile pratese (escluso il meccanotessile) ha registrato un calo vicino al 7%, mentre il fatturato è sceso del 5,4% a 5.165 milioni. Ancora più sonoro il tonfo dell'export, diminuito dell'8% a 2.835 milioni, trainato al ribasso dalla crisi della Germania. Per quest'anno le prospettive sono assai incerte e dipendono anche da variabili endogene come la crisi internazionale.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/03/03 a cura di Pambianconews