Il ministro della Moda che vorrebbe Roberto Cavalli è un po' troppo, anche considerando che «i ministeri dobbiamo ridurli, non aumentarli». Ma l'attenzione del governo per quello che è il settore portante dell'economia italiana, il made in Italy, c'è, assicura Adolfo Urso, viceministro delle Attività produttive con delega al Commercio estero. Domani Urso inaugurerà a New York, al museo del Fashion Institute of Technology, Fashion Italian Style, «la più grande esposizione, dice, mai realizzata in un museo di New York dalla #'The Italian Metamorphosis'' al Guggenheim nel 1994. Stiamo lavorando per la moda e, più in generale, per il sistema-Italia, ciò che è mancato finora. Oggi anche le imprese non producono più una sola cosa, ma acquistano aziende dell'oreficeria, delle calzature, della pelletteria… Allo stesso modo noi dobbiamo promuovere lo stile, la persona, l'emozione che suscita l'Italia. Le parcellizzazioni non aiutano. Siamo il Paese degli 8mila Comuni, che è una forza ma anche una debolezza nel mercato mondiale. Questo vale anche per le imprese, che devono consorziarsi tra di loro. Il modello dev'essere il distretto: dove le imprese hanno cooperato sono diventate forti».
E il governo?
«Si muove su più piani. Intanto sulla promozione, sempre più integrata e concordata con le forze produttive e con le Regioni. La mostra di New York ne è un esempio. Quest'anno destiniamo al settore più risorse, e non meno, di quanto era stato destinato nel 2002 e nel 2001».
Basta la promozione?
«Fa parte di un programma più complessivo che prevede un impegno a livello internazionale nei luoghi in cui si stabiliscono le regole. Nell'ambito del Wto i nostri obiettivi sono una maggior tutela della proprietà intellettuale e la riduzione dei livelli tariffari applicati ai prodotti del tessile-abbigliamento aun massimo del 15%. Oggi Paesi come India o Egitto hanno picchi che sono vere e proprie barriere. Infine, puntiamo all'eliminazione degli ostacoli non tariffari. Particolarmente importante sarà la Quinta riunione del Wto di settembre, in Messico, periodo in cui l'Italia ha la presidenza di turno dell'Ue. Ma anche a livello europeo agiamo perché sia meglio tutelato il diritto di proprietà intellettuale. Anzi, a ore arriverà la direttiva europea, contro la contraffazione».
Estratto da CorrierEconomia del 10/02/03 a cura di Pambianconews