Cresce la quota di mercato che Adidas e Puma riescono a sottrarre al gigante Nike, anche grazie ai cambiamenti di gusto dei consumatori, che preferiscono uno stile più classico alle scarpe tecniche. Il fatturato di Adidas nel 2002 è cresciuto del 7% a 6,5 miliardi di euro, mentre l'utile netto è salito del 10% a quota 229 milioni. E sul mercato americano punta a scalzare le concorrenti Reebok e New Balance.
«Adidas si è fissata l'obiettivo di diventare il secondo venditore negli Stati Uniti entro il medio termine dopo Nike», commenta Michael Heider della Berenberg Bank. Nike ha il 40% del mercato statunitense. Le altre marche, Reebok, Adidas e New Balance, hanno una quota compresa tra il 10 a il 12% ciascuno.
Se le vendite di Reebok nel 2002 sono cresciute di un rispettabile 6% a 3,13 miliardi di dollari, il vero salto gli analisti lo aspettano dai risultati di Puma, che annuncia oggi i propri dati. Morgan Stanley prevede che il fatturato nel 2002 cresca del 50,8% dall'anno scorso, a 902 milioni di euro, con un utile netto di circa 78 milioni. Nonostante negli Usa parta da una quota di mercato piccola (1,5%), la società tedesca ha rapidamente conquistato il segmento delle calzature «lifestyle».
La battaglia ha i suoi riflessi in Europa, dove Puma ha già il 7% del mercato e sta guadagnando ulteriormente nei confronti di Nike. Secondo i dati Wells Fargo, la seconda marca più acquistata nei Footlocker in Europa è Puma, che rappresenta circa il 25% delle vendite. E sono in ascesa anche gli acquisti di Adidas. Nike, che aveva il 70% è scesa al 50%.
Estratto da Finanza & Mercati del 31/01/03 a cura di Pambianconews