Una nuova puntata nella lotta a tutto campo fra Gucci e Lvmh va in scena domani, martedì 21 gennaio, davanti al tribunale commerciale di Parigi, dove Lvmh ha fatto causa alla Morgan Stanley, la banca d'affari che da anni assiste Gucci. II gruppo francese chiede danni per 100 milioni di euro, sostenendo di essere stato danneggiato da Claire Kent, l'analista esperta del settore moda: secondo l'accusa, i suoi commenti e le sue raccomandazioni di investimento non sarebbero stati imparziali, ma finalizzati a sostenere il cliente Gucci contro il rivale francese.
Morgan Stanley aveva cominciato a lavorare come investment bank per Gucci nel 1995, in occasione della sua Ipo (offerta iniziale di azioni al pubblico). Poi nel 1999 è diventata la sua principale consulente nella lotta contro il tentativo di scalata ostile da parte di Lvmh.
Mentre i colleghi dell'investment bank lavoravano alle strategie antiscalata, Kent pubblicizzava le sue analisi dei titoli della moda quotati in Borsa: nel maggio 2000, in particolare, abbassava il suo rating di Lvmh da outperform (meglio della media del mercato) a neutral (in linea con il mercato), mentre valutava sempre outperform le azioni di Gucci. Ai clienti che volevano investire nel lusso, insomma, raccomandava di preferire il marchio guidato da De Sole rispetto a quello francese.
Il conflitto di interessi (un tema molto caldo negli Stati Uniti, dove Morgan Stanley insieme alle altre investment bank ha dovuto pagare multe salate) non è però citato nella causa pendente al tribunale di Parigi, che invece accusa la banca d'affari di aver intenzionalmente violato «il dove di indipendenza, imparzialità e accuratezza», danneggiando così il gruppo francese.
Estratto da CorrierEconomia del 20/01/03 a cura di Pambianconews