Sarà l'anno della svolta. Apertura di show room a Parigi, Londra e Madrid, che affiancheranno quelli di Hong Kong e New York. Una raffica di nuove boutique: Parigi, Capri, restyling di Milano, Cannes, Porto Cervo e New York (tutte di proprietà) e rifacimento anche di quelli in franchising di Parigi (quella dell'uomo) a Mosca, inaugurata più di sei anni fa. Il lancio di una fragranza femminile, una linea di gioielli. E, soprattutto, un modo diverso di pensare la moda, più organico e globale. Per Gianfranco Ferré comincia la fase
del grande rilancio in cui sono impegnate tuttel e divisioni produttive di questa articolata struttura.
Dal punto di vista del design e dell'organizzazione del lavoro quali cambiamenti determineranno?
«Intanto, io direi che un marchio affermato come il mio può essere garante di prodotti di qualità che al tempo stesso siano molto graditi al mercato. Dunque, senza contraddire l'impostazione stilistica della collezione Top, possiamo sviluppare anche la Diffusione».
Questo significa alleggerire i costi?
«Certo. Inutile produrre un capo da 2mila euro per la Diffusione che risponde a esigenze diverse e a un consumo più spicciolo. Mentre la linea Top continuerà ad avere la sua enfasi, il suo contesto di moda creativa».
E la distribuzione?
«Viene curata e controllata da noi: dal centro produttivo che segue la prima linea. Nessuna licenza o sub-produzione che non siano controllate in modo diretto dalla company».
Estratto da CorrierEconomia del 13/01/03 a cura di Pambianconews