Ermenegildo Zegna prepara per quest'anno 50 milioni di euro di investimenti e archivia il 2002 con un fatturato consolidato in lieve calo: -3,8% a 660 milioni di euro. «Ma il dato, spiegano Gildo e Paolo Zegna, amministratori delegati del gruppo, è diluito dal rafforzamento dell'euro sulle principali valute, che ha inciso negativamente per il 4 per cento. E stato un anno non certo facile, ma siamo riusciti a combattere le condizioni del mercato con un piano anticrisi lanciato pochi giorni dopo i tragici eventi delle Twin Towers: così possiamo assorbire senza problemi la flessione della redditività dopo le imposte registrata a fine 2002, anche grazie a una situazione patrimoniale più che solida, visto che la posizione finanziaria netta, già positiva, è ulteriormente migliorata».
Il gruppo con radici biellesi, per il quale l'attività tessile rappresenta ormai solo il 15% del giro d'affari, ha messo a segno un incremento delle vendite in Asia del 15%, con un +3% in Giappone e un +30% in Cina (che ormai vale circa 35 milioni di euro), mentre l'Europa ha realizzato una crescita del 4 per cento. Bene anche la Russia in aumento del 35%, che nelle intenzioni per il 2003 di Zegna farà da traino all'Est europeo.
Nel 2002 i 42 milioni di euro investiti sono stati destinati per circa la metà al rafforzamento del retail, giunto a 379 negozi monomarca, di cui 135 di proprietà, destinati a salire «almeno a 400 quest'anno». L'altro 50% è servito per rafforzare il processo produttivo, attraverso il rinnovo tecnologico degli impianti che realizzano la quick response, per acquisire la Guida, proprietaria del marchio Longhi (leader nella produzione di abbigliamento in pelle), e per creare la joint venture Zefer con la Salvatore Ferragamo, incaricata di gestire nel mondo scarpe e pelletteria con il marchio Zegna.
Estratto da Il Sole 24 ore del 9/01/03 a cura di Pambianconews