La tavola rotonda che ha chiuso i lavori del convegno promosso da Pambianco Strategie di Impresa e IntesaBci, ha spostato il tiro dall'individuazione teorica delle strategie imprenditoriali per il futuro all'impegno reale e concreto degli imprenditori.
Riuniti intorno allo stesso tavolo i conferenzieri rappresentano il mondo del fashion a del lusso a tutto tondo, dal jeans all'haute horlogerie, dalle calzature alla pelletteria, dall'alta moda fatta di fascino a quella fatta di numeri.
Apre le danze delle cifre Giovanni Burani, Amministratore delegato di Mariella Burani Fashion Group, che illustra i risultati finanziari dei primi nove mesi del 2002: ricavi netti per 201,9 milioni di euro, su 170,5 milioni di euro del 2001, con una variazione del +18,4% per il momento, e previsioni di ulteriore crescita totale nell'anno in corso, fino al 20-25%. Poi è il turno di Diego Della Valle che invita a puntare l'attenzione sul prodotto. Secondo l'opinione del Presidente di Tod's, le grandi acquisizioni non hanno realizzato i grandi risultati sperati e hanno provocato il rischio che il prodotto si `annacquasse'.
Luigi Macaluso, Presidente di Girard-Perregaux, un italiano alla testa di un gruppo svizzero che opera nell'industria dell'orologeria complicata, guida l'uditorio all'interno di un universo che esporta 32 milioni di pezzi dell'orologeria elvetica d'alta gamma nel mondo (l'Italia è il quarto importatore) per un valore di 10 miliardi di franchi svizzeri, pari al 36%, in valore, di tutto l'export del Paese. A Michele Norsa spetta il compito di illustrare le strategie del celeberrimo marchio Valentino. La strategia parte dalla comunicazione, con quella che l'amministratore delegato definisce `presenza globale' di Valentino su tutti i mezzi con l'intento di farsi conoscere universalmente da differenti consumatori.
Renzo Rosso, in collegamento video dalla sede di Diesel, forse avrebbe voluto snocciolare cifre a dati, come i colleghi in sala, ma non gli è stato possibile per motivi di tempo. Le pillole con cui ha arricchito il dibattito, però, sono state fortemente incisive, come è nello spirito del portabandiera nazionale della moda giovanile nel mondo.
Francesco Trussardi, infine, ha indicato il marchio di famiglia come esempio concrete degli effetti negativi dell'esasperato brand stretching. Trussardi era fino all'anno scorso un marchio disperso sul mercato in un dedalo di rivoli. Per ridisegnarne il ruolo a la posizione, i Trussardi si sono rifatti alla tradizione originaria del levriero, che vanta novant'anni d'esperienza nel settore pelletteria.
Estratto da MediaKey di dicembre 2002 a cura di Pambianconews