L'ultimo colpo di genio finanziario, che vale 300 milioni di euro di entrate non conteggiate dagli analisti, arriva da Richemont, il colosso del lusso secondo solo, per dimensioni, a Lvmh. La società di Johann Rupert, ha annunciato la vendita a termine di una quota di azioni privilegiate della Bat (British American Tobacco) in cambio di un warrant convertibile in titoli Richemont nel 2004. Anche questo, è un segnale dell'aria nuova che si respira nel mondo del lusso, una torta che a livello mondiale vale circa 42 miliardi di euro (fonte Pambianco Strategie di Impresa), meno del picco toccato nel 2000, ma che oggi si trova a far fronte a una situazione inedita, da fronteggiare con tagli nei costi e una disciplina finanziaria particolarmente severa.
Non tutti i titoli, naturalmente, sono uguali. «Per noi, spiega Antoine Colonna di Merrill Lynch, il settore è da sottopesare. Ma esistono alcune società su cui siamo neutrali, come Bulgari, Tiffany, Richemont e Swatch. Altri potrebbero fare più della media. La tesi di Merrill Lynch è che i produttori di altissima gamma «hard» (gioielli e orologi) soffriranno più di pelletteria, tessuti o scarpe. Si spiega così la lista dei preferiti della banca d'affari Usa: Luxottica, Lvmh ma, soprattutto, Burberry, apprezzata anche da JP Morgan e da Morgan Stanley, che suggerisce poi Richemont e Waterford.
L'analista Claire Kent, uno dei nomi più importanti nel campo, però, è molto cauta. «Le previsioni sugli utili, dice, sono ancora troppo ottimistiche, soprattutto alla luce del fatto che esistono forti rischi di guerra in Iraq».
Estratto da TuttoSoldi-La Stampa del 16-12-02 a cura di Pambianconews