Il settore del lusso ha il fiato grosso e Gucci corregge al ribasso la previsione di redditività per l'esercizio in corso. Complice un mese di novembre abbastanza freddo sul fronte dei consumi, il management del gruppo fiorentino ha infatti limato a sorpresa da 2,6 a 2 dollari la stima di utile netto diluito per azione. I conti del terzo trimestre, ancora in fase di elaborazione (saranno presentati il 19 dicembre), dovrebbero comunque attestarsi su 645 milioni di dollari di ricavi nel periodo febbraio-ottobre, con un margine operativo consolidato del 12% circa, prima degli ammortamenti per avviamento e marchi.
I problemi si sono manifestati a novembre. Dopo che settembre e ottobre avevano fatto sperare in una lenta ma costante inversione di tendenza per il settore, il mese dei morti ha raffreddato gli entusiasmi, spingendo i vertici di Gucci a rivedere le stime per il 2002. Il giro d'affari consolidato dovrebbe dunque attestarsi tra 2,5 e 2,6 miliardi di dollari, contro una previsione di 2,6 miliardi del settembre scorso.
Sulla base delle nuove stime, il gruppo calcola che nel secondo semestre 2002 il fatturato crescerà a una sola cifra, mentre il margine operativo registrerà una riduzione tra il 3 e il 7% rispetto all'andamento del secondo semestre 2001. Resta il fatto che, a meno di un recupero nei giorni di Natale, Gucci non potrà raggiungere la redditività di 2,6 dollari per azione. La notizia non ha però depresso il titolo, scambiato a 89 euro (-0,73%) ad Amsterdam, perché c'è la garanzia di acquisto di tutte le azioni in circolazione (46,5% del capitale) al prezzo di 101,5 dollari nel marzo 2004 da parte di Ppr, che di Gucci ha già il 53,5 per cento.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 10-12-02 a cura di
Pambianconews