E' l'area più profittevole, e la più indipendente, del gruppo Marzotto. Indipendenza tutta tedesca che anche il nuovo (da maggio) presidente di Hugo Boss, Bruno Saelzer, manifesta in questa intervista, nella quale conferma la propria intenzione di fare della società un gruppo multibrand. Capire dove va Hugo Boss, il maggior produttore al mondo di abbigliamento maschile di alto livello, significa capire in gran parte dove va Marzotto.
Il gruppo di Metzingen sta per lasciarsi alle spalle un anno difficile, e non solo per la crisi generale del mercato del lusso. Negli Stati Uniti la società è stata accusata di aver falsificato i bilanci e questo, unito alla recessione vissuta dai suoi due principali mercati, Usa e Germania, ha costretto il management a rivedere al ribasso, per ben due volte, le proprie stime di utile. Dopo un secondo trimestre in perdita, il terzo ha, però, riportato un po' di ottimismo, permettendo di confermare le previsioni sugli utili attesi: 70 milioni su ricavi analoghi al 2001.
Volete davvero acquisire marchi?
«Certamente. Se si prendono i grandi nomi del lusso, e cioè Lvmh, Richemont, Gucci e Prada, si vede che gestiscono con successo marchi diversi, ognuno con la propria identità e filosofia. In questo momento Hugo Boss sta facendo piccole acquisizioni di licenziatari, come calze, maglie e intimo, passo essenziale per poter diventare un marchio life style. Il nostro secondo quadro d'azione riguarda invece l'acquisizione di un marchio: siamo sempre aperti a questa possibilità e lo faremo dopo aver messo in ottimo stato la donna, quindi dal 2004».
Estratto da CorrierEconomia del 9-12-02 a cura di Pambianconews