«Motivi di preoccupazione per il prossimo Natale ce ne sono, anche se credo che gli orologi importanti continueranno a essere venduti bene» . Giacomo Bozzi, amministratore delegato di Richemont Italia, una delle più potenti concentrazioni di marche di lusso (per l'orologeria andiamo da Cartier a Vacheron Constantin, da Baume & Mercier a Officine Panerai), inizia con una chiara nota d'ottimismo. «I dati delle esportazioni svizzere verso l'Italia indicano un modesto rallentamento», aggiunge Bozzi. «Ma attenzione: i dati devono tener conto che le cifre registrate nel primo semestre vanno confrontate con quelle fortemente positive del primo semestre 2001».
Già, perché fino all'11 settembre dello scorso anno le esportazioni di orologi dalla Svizzera all'Italia arrivavano a superare di un buon 15% i pur ottimi risultati del 2000, anno considerato semplicemente fantastico. Poi l'inversione di tendenza che ha fatto registrare cali intorno al 30% e che ha coinvolto tutti i mercati mondiali. La reazione agli attentati di New York si è sommata agli effetti di una congiuntura sfavorevole a alla crisi mondiale delle Borse. Basti pensare che la Germania, fino a un anno fa quarto mercato mondiale per l'orologeria svizzera, è ora al sesto posto preceduta da Italia e Francia.
In questa situazione alcuni punti fermi ci sono: il mercato si muove verso una fase selettiva, che vedrà diminuire il numero, ma aumentare il valore degli orologi venduti. Ancora, i prodotti caldi continueranno a essere molto richiesti e conquisteranno nuove quote di mercato. Avranno successo gli orologi sportivi per uomo dotati di forte connotazione tecnica, mentre per le donne è prevedibile che vadano meglio gli orologi gioiello e quelli che hanno saputo interpretare le nuove tendenze.
Estratto da Il Mondo del 6-12-02 a cura di Pambianconews
Nel grafico l'andamento dell'export svizzero in 15 paesi. Le variazioni percentuali si riferiscono al primi nove mesi di 2001 e 2002. Valori in franchi svizzeri. Fonte: Fhs.