La crisi del tessile-abbigliamento continua a mordere, soprattutto tra i contoterzisti. Nel distretto di Prato, il più grande d'Italia con oltre 5 miliardi di fatturato complessivo, il 28,5% delle imprese che operano nel comparto della subfornitura rischia di chiudere. Il dato emerge da un'indagine della Camera di commercio della città toscana e conferma la fragilità del sistema, così com'è stato fotografato per la prima volta dal rapporto realizzato da Hermes Lab per conto del Comitato network subfornitura.
L'indagine è stata presentata ufficialmente ieri a Firenze nel corso di un convegno sul settore moda, organizzato dall'Osservatorio sulla subfornitura in collaborazione con Unioncamere Toscana e Firenze Tecnologia. Aziende sottodimensionate (2,1 milioni di fatturato medio nella pelle, 1,8 nel tessile, 0,96 nel vestiario), pochi committenti (meno di otto per ogni impresa subfornitrice) e un mercato di riferimento prevalentemente regionale (il 72% è locale, appena il 7% internazionale): questi, in sintesi, i punti di maggior debolezza del sistema.