«Aiutati che il ciel t'aiuta». Un vecchio adagio rispolverato ieri mattina a sorpresa da Mario Boselli. Il presidente della Camera della moda, intervenuto ieri mattina al convegno di Pambianco sulle strategie del sistema moda, ha riassunto così la situazione delle aziende del settore tessile-abbigliamento, alle prese con un mercato del lusso passato da 45 a 42 miliardi di euro negli ultimi due anni, pari a una flessione del 6%, consumi in diminuzione e una ripresa ormai definitivamente rinviata al 2004. Il ricorso all'arte (tutta italiana) di arrangiarsi deriva dalle risposte negative (ma sarebbe meglio dire mancanza di risposte) avute dall'esecutivo nell'ultimo anno.
Tornare a focalizzare l'attenzione sul prodotto medio-alto significa tornare a essere competitivi. «Siamo al 28� posto», ha detto Boselli, «mentre il World economic forum ci mette addirittura al 36� posto. La delocalizzazione totale è perdente ma non va demonizzata. Non basta andare al Sud Italia ma bisogna radicarsi nel territorio ovvero produrre in quei paesi che possono diventare consumatori. Inoltre dobbiamo uscire dalla limitata diversificazione dei mercati di sbocco. è necessario presidiare le tre macroaree (Europa, America e Asia, ndr) ma anche guardare avanti».